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\section{Cambridge Analytica e presidenziali USA}
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Un’altra applicazione un po’ meno nota è quella descritta nell’articolo pubblicato da Internazionale all’inizio di quest’anno1, che mette in evidenza come la campagna elettorale che ha portato alla poltrona presidenziale il neoeletto Donald Trump si sia svolta mandando messaggi o parlando non direttamente a tutti i cittadini americani, ma miratamente a quelli che sono risultati essere più propensi a supportare il candidato repubblicano. Non solo: anche fra questi prescelti i messaggi di incoraggiamento al voto non erano gli uguali per tutti, ma venivano calibrati sulla base delle caratteristiche dell’elettore. Infatti per ogni cittadino americano era stato elaborato dalla Cambridge Analitica (azienda a cui è stata affidato il compito pubblicitario) un profilo psicologico utilizzando in modo combinato le teorie di profilazione e i dati acquistati dalle agenzie che gestiscono i registri anagrafici, automobilistici o altre informazioni sulle abitudini degli utenti.
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In particolare, i profili psicologici utilizzati nella campagna di Trump erano stati creati sulla base della teoria che ha fatto la fortuna di Michal Kosinski, ricercatore nel campo della psicometria. Suo è il modello dei Big Five.
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Il carattere di una persona, per quanto complesso possa essere o sembrare, è da lui considerato sempre scomponibile in questi cinque parametri: apertura mentale, perfezionismo, estroversione, amicalità e stabilità emotiva. Ogni personalità è dunque l’insieme dei valori ottenuti in queste categorie.
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Inizialmente, alle persona prese in esame, è stato fatto compilare un questionario e sulla base di questo è stato stabilito il loro valore numerico per ognuna delle cinque caratteristiche.
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In seguito, si è cercato di capire come le informazioni ricavabili da Facebook potessero in qualche modo sostituire l’utilizzo delle interviste. Di ogni persona che aveva risposto al questionario si sono andati a prendere tutti i dati del profilo sul social network: dai like ad una pagina, al numero degli amici, ai commenti scritti in risposta ad un post. Questi sono stati dati in pasto ad un algoritmo di analisi dati, che ha imparato come metterli in relazione con i risultati del questionario.
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In questo modo si possono utilizzare i “social-data” per classificare come mente aperta, poco amichevole, molto soggetto a sbalzi di umore, anche gli individui di cui non si ha a disposizione il questionario. Il carattere è dunque l’insieme di questi valori. Una teoria è valida finchè funziona e in questo caso lo fa: sembra infatti che bastino 10 like per conoscerti meglio di TUA MADRE e STOCAZZO!!Inoltre è stato verificato che a profili simili corrispondo comportamenti simili. E’ proprio su questo che si basa la pubblicità mirata, commerciale o elettorale che sia.
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