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Il boom dei dot-comer dei primi anni novanta ha visto una rapida ed esponenziale esplosione dei tipi di contenuti condivisi. Il social web impersonato dai social media, a cui ci riferiamo come web 2.0, ha visto una rapida espansione d'uso circa un decennio dopo. In entrambi i casi, la proliferazione di contenuti lesivi e persino illegali ha colto gran parte dei progettisti di sorpresa. Questo è in parte dovuto alla mancanza di lungimiranza nella governance degli standard e dei contenuti della rete che potevano evitare che fosse utilizzata per facilitare movimenti d'odio ed estremisti. L'[uso del crowdfunding a sostedella supremazia bianca](https://www.adl.org/resources/reports/funding-hate-how-white-supremacists-raise-their-money#the-new-kid-on-the-block-crowdfunding) mette in evidenza le sfide poste dall'infrastruttura social del web 2.0 con cui continuiamo a confrontarci oggi.
Ora siamo diretti verso una nuova era di Internet - il [web 3.0](https://www.forbes.com/sites/juttasteiner/2018/10/26/what-the-heck-is-web-3-0-anyway/#417163566614) - che utilizza una tecnologia più decentralizzata e meno agevolmente controllabile. Mentre chi sostiene la supremazia bianca già [raccolglie fondi](https://www.adl.org/resources/reports/funding-hate-how-white-supremacists-raise-their-money#bitcoin-and-cryptocurrencies) con le criptovalute, le affordance  tecnologiche come l'irreprimibile archiviazione di file Peer-to-Peer (P2P) e la comunicazione criptata, stanno appena iniziando a essere utilizzate per organizzare e propagandare gli attacchi. In particolare, le proposte politiche esistenti che tentano di affrontare i contenuti illegali di odio online avranno poco o nessun potere nell'affrontare gli stessi contenuti su una rete P2P. Vari tentativi di organizzare attacchi da parte di chi sostiene la supremazia bianca hanno già utilizzato la tecnologia P2P per facilitare la violenza di chi sostiene la supremazia bianca. Tuttavia, le intuizioni che otteniamo e le misure che raccomandiamo in questa prima fase dell'Internet decentralizzato determineranno la misura in cui saremo in grado di mitigare gli attacchi futuri attraverso l'utilizzo della rete P2P da chi sostiene la supremazia bianca.
Ora siamo diretti verso una nuova era di Internet - il [web 3.0](https://www.forbes.com/sites/juttasteiner/2018/10/26/what-the-heck-is-web-3-0-anyway/#417163566614) - che utilizza una tecnologia più decentralizzata e meno agevolmente controllabile. Mentre chi sostiene la supremazia bianca già [raccolglie fondi](https://www.adl.org/resources/reports/funding-hate-how-white-supremacists-raise-their-money#bitcoin-and-cryptocurrencies) con le criptovalute, le affordance tecnologiche come l'irreprimibile archiviazione di file Peer-to-Peer (P2P) e la comunicazione criptata, stanno appena iniziando a essere utilizzate per organizzare e propagandare gli attacchi. In particolare, le proposte politiche esistenti che tentano di affrontare i contenuti illegali di odio online avranno poco o nessun potere nell'affrontare gli stessi contenuti su una rete P2P. Vari tentativi di organizzare attacchi da parte di chi sostiene la supremazia bianca hanno già utilizzato la tecnologia P2P per facilitare la violenza di chi sostiene la supremazia bianca. Tuttavia, le intuizioni che otteniamo e le misure che raccomandiamo in questa prima fase dell'Internet decentralizzato determineranno la misura in cui saremo in grado di mitigare gli attacchi futuri attraverso l'utilizzo della rete P2P da chi sostiene la supremazia bianca.
Speriamo, anche attraverso questo rapporto, di sottrarci alla curva di odio del web 3.0 e fare luce su questi problemi, riconoscendo e capitalizzando l'incredibile valore offerto dagli strumenti stessi.