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@ -15,19 +15,19 @@ Questa organizzazione mondiale non puó nascondere il fatto che, da un punto di
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Ripassiamo rapidamente alcuni trattati e tentativi internazionali, europei e nazionali (TAFTA, CETA, ACTA, SOPA, PIPA, Regolamento dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU), DAVDSI in Europa, legge Sinde in Spagna, LOPSI e Hadopi in Francia etc.) che pretendono di mettere ostacoli alla neutralità della rete per poterla “filtrare”. Secondo il collettivo “La Quadrature du Net”[^6] : “la neutralità della rete é un principio fondatore di Internet che garantisce che gli operatori delle telecomunicazioni non discriminino le comunicazioni dei loro utenti, e si comportino come semplici trasmettitori di informazioni. Questo principio permette a tutti gli utenti, indipendentemente dai loro mezzi, di accedere alla stessa rete nella sua totalità”. Per molti e spesso discutibili motivi[^7], alcuni trattati e progetti di legge provano a fabbricare strumenti legali per obbligare i fornitori di accesso o di strumenti di rete, e/o i contributori, a intervenire nell’accesso a certi contenuti per poterli filtrare, e quindi discriminare.
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La possibilità di accedere liberamente e pienamente a Internet puó anche vedersi influenzata da considerazioni strategico-commerciali dei provider, i quali, con le tecnologie Deep Packet Inspection (DPI), hanno la capacità di favorire certi contenuti piuttosto che altri. La DPI consiste nell’aprire tutti i pacchetti che contengono i dati scambiati con i server e gli altri utenti per valutarne il contenuto e decidere la loro spedizione rapida o, al contrario, indirizzarli verso una strada morta o un ascoltatore prescelto<grande orecchio>. Gli interessi dei provider commerciali di accesso a Internet sono molteplici: permettono di pensare a offerte di accesso con varie velocità, per esempio, per limitare la quantità di banda dei servizi piú pesanti e meno redditizi (ad esempio YouTube) o per far pagare un accesso privilegiato a questi servizi con l’obiettivo di garantire la buona ricezione dei segnali televisivi che circolano ora via Internet, o la qualità dei servizi telefonici con IP^8. Bisogna sottolineare come queste tecnologie di “DPI” sono usate anche dai fabbricanti di armi numeriche per mettere sotto vigilanza un intero paese in rivolta (ad esempio la Libia, aiutata dai tecnici e dal software Eagle sviluppato dall’impresa francese Ameys Bull[^9]).
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La possibilità di accedere liberamente e pienamente a Internet puó anche vedersi influenzata da considerazioni strategico-commerciali dei provider, i quali, con le tecnologie Deep Packet Inspection (DPI), hanno la capacità di favorire certi contenuti piuttosto che altri. La DPI consiste nell’aprire tutti i pacchetti che contengono i dati scambiati con i server e gli altri utenti per valutarne il contenuto e decidere la loro spedizione rapida o, al contrario, indirizzarli verso una strada morta o un ascoltatore prescelto<grande orecchio>. Gli interessi dei provider commerciali di accesso a Internet sono molteplici: permettono di pensare a offerte di accesso con varie velocità, per esempio, per limitare la quantità di banda dei servizi piú pesanti e meno redditizi (ad esempio YouTube) o per far pagare un accesso privilegiato a questi servizi con l’obiettivo di garantire la buona ricezione dei segnali televisivi che circolano ora via Internet, o la qualità dei servizi telefonici con IP[^8]. Bisogna sottolineare come queste tecnologie di “DPI” sono usate anche dai fabbricanti di armi digitali per mettere sotto vigilanza un intero paese in rivolta (ad esempio la Libia, aiutata dai tecnici e dal software Eagle sviluppato dall’impresa francese Ameys Bull[^9]).
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**La neutralità di Internet, un principio da difendere da un punto di vista tecno-politico**
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Alcuni stati puntano, ancora molto timidamente, a garantire un accesso libero e completo a Internet. Dopo il Cile[^10] é il caso, per esempio, dei Paesi Bassi dove il parlamento ha adottato una legge sulla neutralità di Internet all’inizio del mese di Maggio 2012[^11], mentre l’Unione Europea continua a sorvolare sul tema[^12]. In alcuni paesi, le amministrazioni pubbliche hanno la possibilità giuridica di assumere il ruolo di Internet provider e proporre un servizio di qualità a prezzi piú bassi per le fasce di popolazione meno avvantaggiate (ad esempio la Régie Communale du Câble et d’Electricité de Montataire in Francia[^13]) o che si trovano in zone in cui non arrivano i provider commerciali perché poco profittevoli (le “zone bianche”). Fino a ora, almeno in Francia, le amministrazioni sono state piú rapide a delegare l'ipianto delle reti di banda larga agli operatori commerciali di sempre che ad approfittare di questa opportunità per affrontare concretamente il futuro di Internet sotto il punto di vista dei beni comuni.
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Alcuni stati puntano, ancora molto timidamente, a garantire un accesso libero e completo a Internet. Dopo il Cile[^10] é il caso, per esempio, dei Paesi Bassi dove il parlamento ha adottato una legge sulla neutralità di Internet all’inizio del mese di Maggio 2012[^11], mentre l’Unione Europea continua a sorvolare sul tema[^12]. In alcuni paesi, le amministrazioni pubbliche hanno la possibilità giuridica di assumere il ruolo di Internet provider e proporre un servizio di qualità a prezzi piú bassi per le fasce di popolazione meno avvantaggiate (ad esempio la Régie Communale du Câble et d’Electricité de Montataire in Francia[^13]) o che si trovano in zone in cui non arrivano i provider commerciali perché poco profittevoli (le “zone bianche”). Fino a ora, almeno in Francia, le amministrazioni sono state piú rapide a delegare l'impianto delle reti di banda larga ai soliti operatori commerciali piuttosto che ad approfittare di questa opportunità per affrontare concretamente il futuro di Internet sotto il punto di vista dei beni comuni.
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Alcuni attori della società civile si sono mobilizzati, da molto tempo, per difendere questo principio di fronte ai legislatori, come nel caso della “Quadrature du Net” che lo ha convertito in una delle sue priorità[^14] e si presenta come una “organizzazione di difesa dei diritti e delle libertà dei cittadini di Internet. Promuove un’adattamento della legislazione francese ed europea che si mantenga fedele ai valori che hanno promosso lo sviluppo di Internet, soprattutto la libera circolazione della conoscenza. In questo senso, la Quadrature du Net interviene nei dibattiti sulla libertà di espressione, il diritto d’autore, le regolamentazioni del settore delle telecomunicazioni e anche il rispetto della vita privata. Consegna ai cittadini interessati strumenti che permettano loro di comprendere meglio i processi legislativi e partecipare efficacemente al dibattito pubblico”.[^15]
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Alcuni attori della società civile da molto tempo si sono mobilizzati per difendere questo principio di fronte ai legislatori, come nel caso della “Quadrature du Net” che lo ha convertito in una delle sue priorità[^14] e si presenta come una “organizzazione di difesa dei diritti e delle libertà dei cittadini di Internet. Promuove un’adattamento della legislazione francese ed europea che si mantenga fedele ai valori che hanno promosso lo sviluppo di Internet, soprattutto la libera circolazione della conoscenza. In questo senso, la Quadrature du Net interviene nei dibattiti sulla libertà di espressione, il diritto d’autore, le regolamentazioni del settore delle telecomunicazioni e anche il rispetto della vita privata. Consegna ai cittadini interessati strumenti che permettano loro di comprendere meglio i processi legislativi e partecipare efficacemente al dibattito pubblico”.[^15]
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**Comunità per una Internet accessibile, libera e aperta**
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Esistono varie tipologie di associazioni, ONG e comunità che militano in forma attiva e (in maniera) pratica per proporre una rete neutrale. Si possono distinguere da un punto di vista tecnico secondo il modo di accesso proposto: dal dotarsi di un router per connettersi a una rete cablata o, ancora meglio, all’installare un sistema wifi integrato in una rete mesh a sua volta interconnessa a Internet. In linguaggio tecnico, “Asymmetric digital Subscriber Line” (linea di abbonamento digitale asimmetrica, ADSL) oppure Wi-Fi, una banda libera dello spettro elettromagnetico.
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Esistono varie tipologie di associazioni, ONG e comunità che militano in forma attiva e (in maniera) pratica per proporre una rete neutrale. Si possono distinguere da un punto di vista tecnico secondo il modo di accesso proposto: dal dotarsi di un router per connettersi a una rete cablata o, ancora meglio, all’installare un sistema wifi integrato in una rete mesh a sua volta interconnessa a Internet. In linguaggio tecnico, “Asymmetric digital Subscriber Line” (linea di abbonamento digitale asimmetrica, ADSL) contro il Wi-Fi, una banda libera dello spettro elettromagnetico.
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**Linea di abbonamento digitale asimmetrica**
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@ -40,9 +40,9 @@ La creazione di un FAI (“ fournisseur d’accès a Internet “: fornitore di
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**Il Wi-Fi, una banda libera dello spettro elettromagnetico**
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Con il cambiamento della legislazione, all’inizio del 2000, in alcuni paesi, si rendeva possibile l’utilizzo di apparati di comunicazione wireless liberamente, senza dover chiedere nessun tipo di autorizzazione o licenza. Molti paesi limitarono la potenza ammessa e aprirono piú o meno “canali” in una banda di radiofrequenza che si chiama “Industriale, Scientifica e Medica” (ISM[^21]) che si trova tra i 2.4 e i 2.4835 Ghz. Al tempo stesso, in alcuni paesi, esiste la possibilità di usare frequenze attorno ai 5Ghz.
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Con il cambiamento della legislazione, all’inizio del 2000, in alcuni paesi, si rendeva possibile liberamente l’utilizzo di apparati di comunicazione wireless, senza dover chiedere nessun tipo di autorizzazione o licenza. Molti paesi limitarono la potenza ammessa e aprirono piú o meno “canali” in una banda di radiofrequenza che si chiama “Industriale, Scientifica e Medica” (ISM[^21]) che si trova tra i 2.4 e i 2.4835 Ghz. Al tempo stesso, in alcuni paesi, esiste la possibilità di usare frequenze attorno ai 5Ghz.
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A partire da qui, si sono iniziate a creare comunità Wi-Fi, tanto nelle città per essere piú autonomi, mutualisti e liberi rispetto ai fornitori di accesso, cosí come nelle campagne per coprire “zone bianche” senza connessione a Internet e considerate come “non profittevoli” per gli operatori privati e pubblici. Bisogna menzionare in Europa: Freifunk[^22] in Germania, Funkefeuer[^23] in Austria o Guifi.net[^24] in Catalogna, tra molte altre[^25]. Sono molto eterogenee, includendo da pochi utenti in zone isolate fino a decine di migliaia di “nodi” distribuiti in zone piú dense, su scala cittadina, regionale o nazionale.
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A partire da qui, si sono iniziate a creare comunità Wi-Fi, tanto nelle città per essere piú autonomi, mutualisti e liberi rispetto ai fornitori di accesso, cosí come nelle campagne per coprire “zone bianche” senza connessione a Internet e considerate come “non profittevoli” per gli operatori privati e pubblici. Bisogna menzionare in Europa: Freifunk[^22] in Germania, Funkefeuer[^23] in Austria o Guifi.net[^24] in Catalogna, o Ninux in Italia tra molte altre[^25]. Sono molto eterogenee, includendo da pochi utenti in zone isolate fino a decine di migliaia di “nodi” distribuiti in zone piú dense, su scala cittadina, regionale o nazionale.
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In maniera schematica, i membri costituiscono un punto di accesso e un ripetitore dentro una rete mesh configurando un router Wi-Fi in maniera adeguata. Questa rete si connette a Internet tramite uno o piú accessi personali o condivisi: un’antenna fa da collegamento con zone distanti svariati chilometri dove un’altra piccola rete puó essere sviluppata. Si tratta quindi di distribuire nella maniera piú decentralizzata possibile l’accesso a Internet e a risorse informatiche “locali” (siti web, servizi di posta elettronica, strumenti di telecomunicazione etc.), cioé preposte in uno dei server direttamenti connessi a uno o piú nodi di questo intreccio elettromagnetico.
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@ -58,12 +58,12 @@ Presentiamo alcune iniziative che contribuiscono alla problematica della sovrani
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**Workshops sull'autogestione informatica**
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Negli hackerspace e in altri medialab, o per dirlo in altro modo, nei luoghi di riappropriazione della tecnologia, si realizzano workshop, piú o meno regolarmente, per essere piú autonomi di fronte alle proprie necessità informatiche: come avere i propri server web/mail in casa; come cifrare le proprie comunicazioni; aggirare possibili sistemi di filtraggio e schivare, per quanto possibile, gli ascoltatori indesiderati<grandi orecchie>; come gestire i propri dati personali, la sicurezza del computer etc.
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Negli hackerspace e in altri medialab, o per dirlo in altro modo, nei luoghi di riappropriazione della tecnologia, si realizzano workshop, piú o meno regolarmente, per essere piú autonomi di fronte alle proprie necessità informatiche: come avere i propri server web/mail in casa; come cifrare le proprie comunicazioni; aggirare possibili sistemi di filtraggio e schivare, per quanto possibile, gli ascoltatori indesiderati; come gestire i propri dati personali, la sicurezza del computer, etc...
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**I “Battle mesh”**
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In questo stesso tipo di luoghi, si organizzano “wireless battle mesh”[^30], riunioni di specialisti amatoriali in comunicazioni di reti wireless, che nel corso di diversi giorni e sotto forma di un gioco, di una battaglia, testano vari protocolli e provano a ottimizzare il funzionamento di una rete mesh per aquisire esperienze e abilità, interfacciandosi con altri partecipanti che condividono queste problematiche tecniche.
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In questo stesso tipo di luoghi, si organizzano “wireless battle mesh”[^30], riunioni amatoriali di specialisti in comunicazioni di reti wireless, che nel corso di diversi giorni e sotto forma di un gioco, di una battaglia, testano vari protocolli e provano a ottimizzare il funzionamento di una rete mesh per aquisire esperienze e abilità, interfacciandosi con altri partecipanti che condividono queste problematiche tecniche.
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**“Qaul.net” di Christoph Wachter e Mathias Jud**
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@ -73,7 +73,7 @@ Qaul.net implementa un principio di comunicazione aperta nella quale computer e
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**“Batphone” o “Serval Mesh”**
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L’obiettivo di questo progetto è di trasformare ogni telefono cellulare con il Wi-Fi in un telefono Wi-Fi, cioè in un mezzo di comunicazione che, appoggiandosi alle strutture wireless esistenti, permetta la comunicazione con altre persone all’interno della rete senza passare dalla casella dell’operatore e senza aver bisogno di una scheda SIM.[^31]
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L’obiettivo di questo progetto è di trasformare ogni telefono cellulare con il Wi-Fi in un telefono Wi-Fi, cioè in un mezzo di comunicazione che, appoggiandosi alle strutture wireless esistenti, permetta la comunicazione con altre persone all’interno della rete senza passare dalla casella dell’operatore e senza aver bisogno di una scheda SIM.[^31]
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**“Deaddrop” di Aram Barthol**
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@ -149,7 +149,7 @@ NOTE
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[^24]. http://guifi.net/
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[^25]. https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_wireless_community_networks_by_region
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[^25]. https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_wireless_community_networks_by_region - http://ninux.org/
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[^26]. http://www.open-mesh.org/projects/open-mesh/wiki
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