comunicato stampa

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@ -14,3 +14,72 @@ La locandina di hackmeeting, in due versioni
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:alt: Locandina versione scura
Comunicato stampa
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**Arriva l'Hackmeeting, il raduno annuale degli hacker: dal 15 al 18 giugno in Valsusa**
Le schiavitù volontarie della rete, che consumano ogni giorno un pezzo
in più della nostra libertà, attraverso i social, le app, il gps, i
servizi Google. E l'impiego degli strumenti che consentono di
sottrarsi al grande fratello universale. È la linea del fronte
intorno alla quale si sviluppa l'Hackmeeting, il raduno annuale di
hacker che giunge nel 2017 alla sua ventesima edizione e che si terrà
quest'anno a Venaus, in Valsusa, dal 15 al 18 giugno. Quattro giorni
di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee e apprendimento
collettivo, per analizzare assieme le tecnologie che utilizziamo
quotidianamente, come cambiano e che stravolgimenti inducono sulle
nostre vite reali e virtuali.
Un festival (il programma su http://it.hackmeeting.org ) dell'insegnamento
reciproco, dello scambio gratuito e libero, tra stampanti 3D, circuiti
elettrici, videoproettori, trasmettitori radio, schemi sulle
vulnerabilità della rete e chiacchiere sulla sovranità tecnologica. Un
evento che in vent'anni ha attraversato tutta l'Italia: Palermo, Roma,
Milano, Parma, alcune delle città toccate. E che quest'anno sbarca a
Venaus, comune valsusino simbolo della lotta No Tav, con cui condivide
un approccio umanistico al progresso e la contestazione delle
imposizioni che arrivano dalle autorità centrali sulle comunità
locali.
Obiettivo: riportare la tecnologia sotto il controllo delle persone in
un mondo in cui sta succedendo il contrario. «La rete - spiega Zeus,
il portavoce virtuale dell'Hackmeeting - era una promessa di libertà,
lo strumento che avrebbe reso orizzontali le relazioni. I cittadini
non sarebbero più stati passivi consumatori della comnicazione di
massa. L'Hackmeeting nacque vent'anni fa per esplorare questa grande
prateria libera e colonizzarla, creando strumenti di condivisione
liberi e orizzontali».
Oggi però «Internet è diventata un immenso strumento di controllo e di
consumo. Grandi multinazionali che possono ricostruire ogni tuo
spostamento minuto per minuto degli ultimi tre anni, datori di lavoro
che possono rintracciarti in ogni momento e a cui devi rendere conto
del tuo tempo, comunicazioni di lavoro a cui rispondere a ogni ora del
giorno e della notte, pubblicità ritagliata sul tuo profilo personale
che cataloga e pesa ogni dettaglio delle tue abitudini, dei tuoi
interessi, delle tue simpatie». Una tendenza esplosa con l'arrivo dei
social, «un'enorme gabbia nella quale tutti guardano tutti, in cui
ciascuno è spinto a cercare l'empatia e il favore del prossimo
impacchettando la propria giornata in pillole vendibili, in un
automarketing sociale continuo, che ha creato un contesto generale in
cui in cui la verità ha lasciato il posto al consenso e la lapidazione
è diventata una pratica continua».
«E l'unica cosa di cui si preoccupa la politica - è l'accusa - è
favorire e supportare la corsa dei ragazzi al grande sogno
californiano. Trovare l'app, l'idea geniale, che ti mette a posto per
la vita, facendoti diventare il prossimo Zuckerberg. Una specie di
lotteria, come i talent in tv, in cui chi partecipa spera di essere
notato e di essere estratto dal mazzo».
Perciò «l'Hackmeeting - sottolinea - è una realtà indispensabile oggi,
perché ci aiuta a vedere cosa c'è dietro questa realtà
dell'iperconsumo superconnesso, come funziona la tecnologia e come la
si governa. Lo fa senza professori né fiere, ma con la condivisione
dei saperi e ridando importanza al gratuito». Insomma «nel suo essere
un misto tra un campeggio, una conferenza, un dibattito permanente e
una festa, l'Hackmeeting permette di rallentare, per vedere le cose
con gli occhi di chi siede in seconda classe, non ha fretta e fa
amicizia con gli altri passeggeri».