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2020-09-15 11:09:11 +02:00

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#+TITLE: Estensioni resistenti
#+SETUPFILE: ../../theme_lev1.setup
Giulia faceva l'editrice da trent'anni ormai. Riceveva tonnellate di
email ogni giorno da oltre vent'anni. Di fronte a questa massa di testi
la cui lettura avrebbe richiesto più tempo dei libri su cui lavorava, si
era dovuta imporre delle regole e organizzare procedure da seguire
minuziosamente. Innanzitutto, rispondere immediatamente ai messaggi
veramente urgenti; quindi, segnare in rosso quelli per cui può
permettersi di dare una risposta in due o tre giorni; marcare invece in
verde quelli che possono aspettare una settimana...
Aveva persino un filtro che invia direttamente le e-mail dei contatti categorizzati come
«parassiti» in una cartella che fungeva da purgatorio digitale; veniva
aperta solo in rari casi, per esempio quando cercava mail introvabili.
Un bel mattino, nella cartella /In arrivo/ della mail principale di
Giulia arrivò una lettera che sembrava promettente. Le era stata inviata
da un autore di cui aveva sempre apprezzato il lavoro. Le offriva un
progetto di libro che poteva adattarsi perfettamente alla collana che
aveva appena lanciato. Tutti i dettagli erano allegati. Senza aspettare,
Giulia cliccò sul collegamento che le consentiva di aprire
automaticamente il documento.
Comparve invece una laconica finestra che le comunicava che l'estensione
del file era sconosciuta. Giulia immaginò che l'autore avesse usato
Pages, tipico dei Mac della Apple, il che avrebbe spiegato come mai il
suo PC con Windows si rifiutasse di aprirlo. Eppure le sembrava di aver
notato, l'ultima volta che aveva incontrato l'autore, che quello avesse
un computer un po' strano, di certo non un Mac. In ogni caso era certo:
l'apertura automatica del file non funzionava e Giulia non aveva il
tempo di chiedere aiuto, anche perché in ufficio era lei quella più
disinvolta con i computer. Senza aspettare né uno né due, inviò un
messaggio all'autore:
#+BEGIN_QUOTE
Grazie mille! Ma per favore, inviami il file in un altro formato, non
riesco ad aprirlo. Sono su PC, non ho Pages. Grazie
#+END_QUOTE
C'è da chiedersi se Giulia avesse davvero bisogno di comprare un altro
programma per aprire quello strano file. E se fosse stato un virus?
No, impossibile, l'antivirus l'avrebbe individuato... forse... \\
C'erano una volta, tanto tempo fa, ancora prima dell'epoca /smart/,
documenti (/file/) e cartelle (/folder/). Quando volevamo aprirne uno,
dovevamo cercarlo nel disco del computer, in tutto il magazzino per così
dire. C'erano due scuole: la /disordinata/ (detta /caotica/ dai
meticolosi) e la /meticolosa/ (detta /ossessiva/ dai disordinati). La
prima applicava la famosissima regola «sta tutto sulla scrivania», o
/desktop/ che dir si voglia; a rischio ovviamente di non trovarla più;
la seconda classificava tutto con dovizia di particolari, in maniera
spesso tanto complessa che il rischio di non trovare nulla era
altrettanto elevato.
Poi, con l'avvento di smartphone e app, le cose cambiarono. Non c'era
più bisogno di complicarsi la vita con quantità industriali di file
audio, c'erano le /playlist/ online! Non c'era più bisogno di cercare
per ore le nostre foto, avevamo album sul cloud che riunivano le
immagini scattate con tutti i nostri dispositivi, le analizzavano e le
classificavano rendendole ricercabili in base ai luoghi, alle date dello
scatto e persino alle persone che vi comparivano, taggate
automaticamente. I messaggi che ci scambiavamo sui social network, testi
e immagini, se ne stavano ben protetti sui server dei social, e bene
ordinati, mica sul nostro smartphone... sui server, cioè, esattamente
dove? Ma a chi importava? Quel che contava era che fossero a portata di
click!
Tutto sembrava andare per il meglio, nel migliore dei mondi possibili:
il mondo dei server che stavano sul cloud, lontano, e che si occupavano
di ogni faccenda! Fino a che un giorno non entra nella nostra vita un
file di formato sconosciuto, un file che la macchina previdente ci
presentava come potenzialmente pericoloso. Attenzione, pericolo! File
con estensione sconosciuta. Ed ecco che i poveri file e cartelle,
ingiustamente dimenticati, cominciano a reclamare la nostra
attenzione. Come aprirli? E come si faceva a sapere che non si trattava
di un malware o di un virus? Semplice, direte voi: bastava avere un
antivirus aggiornato. Sì, certo... ma non sempre funzionava.
Alcune voci sostenevano addirittura che le società antivirus sarebbero
state le prime a mettere i virus in circolazione per spingerci ad
acquistare nuove versioni o aggiornamenti dei loro prodotti. Vero o
falso che fosse, poco importava: avevamo questo file dall'estensione
strana, il computer segnalava che era una potenziale minaccia, e
l'antivirus non faceva una piega: a chi dovevamo credere?
Alcuni, credendosi più furbi dei furbi, dicevano: gli utenti Apple non
corrono alcun rischio, perché non esistono virus per Mac! Questa era
bella grossa! Forse vent'anni prima poteva essere un discorso
ragionevole, all'inizio dell'informatica di massa sul web. Ma negli
ultimi tempi il numero di utenti dei prodotti Apple era aumentato
notevolmente... di conseguenza, era aumentato anche l'interesse dei
propagatori di tutti i tipi di malware utili a violare la sicurezza dei
prodotti del gigante di Cupertino. La mela morsicata poteva essere
attaccata da un sacco di vermi maligni! \\
Per quanto strano e controintuitivo potesse sembrare, il file ricevuto
da Giulia non era un virus, né un file scritto con Pages, né con qualche
altro astruso programma proprietario. Aveva un'estensione strana,
davanti alla quale i programmi utilizzati seguendo le impostazioni
predefinite, il default, si bloccavano; ma conteneva semplice testo,
nient'altro che testo. Almeno tre software già installati sul computer
di Giulia sarebbero stati in grado di leggerlo, se fossero riusciti a
riconoscerlo.
Al contrario, molti file la cui estensione non poneva problemi e veniva
riconosciuta automaticamente non erano necessariamente altrettanto
innocui.
* Capire
:PROPERTIES:
:CUSTOM_ID: capire
:END:
L'estensione di un file è costituita dalle due o tre lettere del suo
nome dopo il punto. Queste lettere dicono al computer che tipo di file
è, in modo che possa essere inviato al programma giusto, anche in
maniera automatica. Così per esempio un file con estensione .docx oppure
.xlsx sarà aperto automaticamente da Word o Excel (se avete la disgrazia
di usare la suite di Micro$oft), oppure da LibreOffice Writer o
LibreOffice Calc o altri software liberi in grado di leggere
quell'estensione.
Ma attenzione! Un'estensione può nasconderne un'altra! E, spesso, le
configurazioni software predefinite con cui controlliamo le nostre
e-mail con i loro allegati, ovvero i nostri sistemi operativi, non vanno
tanto per il sottile. Proprio sfruttando questa disattenzione molti
/worms/, cioè "vermi", riescono a diffondersi.
Il famoso /I love you/ è un esempio lampante. Nei primi anni 2000, /I
love you/ (Ti amo) riuscì a contaminare quasi il 10% delle macchine
collegate a Internet, cioè centinaia di milioni. Fu ampiamente
distribuito via e-mail, grazie a un allegato intitolato
Love-Letter-for-you.txt.vbs. Il /txt/ suonava come un file di testo, ma
in realtà era uno /script/ in Visual Basic (da cui il /vbs/), un
linguaggio di programmazione; lo /script/ era studiato per contaminare i
computer Micro$oft Windows.
Fate sempre attenzione alle doppie estensioni, specialmente se la
seconda è del tipo .exe, .com, .bat, .cmd, .inf, .js, .jse, .reg, .vb,
.vbs o .vbe, sotto Windows, e .dmg, .sh, .js o .jse, sotto MacOS. Sarà
un buon inizio. Tuttavia, tenete presente che alcuni file, che sembrano
abbastanza normali, possono eseguire /script/ o /macro/. \\
State all'erta, state all'erta! Ma bando alla paranoia.
* I consigli della social media manager
:PROPERTIES:
:CUSTOM_ID: i-consigli-della-social-media-manager
:END:
- Evitare di aprire automaticamente i file che si ricevono come
allegati. Scaricateli e rivedeteli rapidamente (estensione singola o
doppia, tipo di estensione, ecc.) prima di aprirli.
- Quando si tratta di un tipo di file che non conoscete, digitate la sua
estensione in un motore di ricerca per scoprire di cosa si tratta.
- Se trovate un file senza estensione o se avete dubbi sulla sua
estensione, provate ad aprirlo in un semplice editor di testo (ad
esempio Windows Notepad o Apple TextEdit, se non avete editor più
professionali come VI o Emacs su GNU/Linux). Se il file in questione
contiene testo non formattato sarete in grado di leggerlo senza danni, se contiene codice (ad
esempio /script/, magari malevoli) lo vedrete anche voi.
- Se avete bisogno di aprire un file con l'estensione corretta, ma non
avete un programma dedicato per farlo, provate a cercare un software
libero per aprirlo. Nella maggior parte dei casi troverete dei
programmi in grado di farlo.
* I consigli dell'hacker
:PROPERTIES:
:CUSTOM_ID: il-consiglio-dellhacker
:END:
Visualizza le estensioni e i file nascosti nel sistema operativo. Le
impostazioni di default spesso disabilitano la visualizzazione di questi
file.
Molti formati moderni sono «pacchetti» di file di vario tipo, compressi in un unico file. Ad esempio i file .epub per i libri in formato digitale leggibili dagli e-reader. Per verificarlo, se non riuscite a estrarre direttamente il file, basta modificare l'estensione da .epub a .zip e poi estrarre il file: ci ritroveremo con diverse cartelle piene di file di vario formato. Lo stesso accade con i già citati formati .docx e .xlsx, ma anche con .odt e .ods: sono tutti formati legati al linguaggio di markup XML.