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#+TITLE: Estensioni resistenti
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#+SETUPFILE: ../../theme_lev1.setup
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Giulia faceva l'editrice da trent'anni ormai. Riceveva tonnellate di
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email ogni giorno da oltre vent'anni. Di fronte a questa massa di testi
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la cui lettura avrebbe richiesto più tempo dei libri su cui lavorava, si
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era dovuta imporre delle regole e organizzare procedure da seguire
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minuziosamente. Innanzitutto, rispondere immediatamente ai messaggi
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veramente urgenti; quindi, segnare in rosso quelli per cui può
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permettersi di dare una risposta in due o tre giorni; marcare invece in
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verde quelli che possono aspettare una settimana...
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Aveva persino un filtro che invia direttamente le e-mail dei contatti categorizzati come
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«parassiti» in una cartella che fungeva da purgatorio digitale; veniva
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aperta solo in rari casi, per esempio quando cercava mail introvabili.
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Un bel mattino, nella cartella /In arrivo/ della mail principale di
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Giulia arrivò una lettera che sembrava promettente. Le era stata inviata
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da un autore di cui aveva sempre apprezzato il lavoro. Le offriva un
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progetto di libro che poteva adattarsi perfettamente alla collana che
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aveva appena lanciato. Tutti i dettagli erano allegati. Senza aspettare,
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Giulia cliccò sul collegamento che le consentiva di aprire
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automaticamente il documento.
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Comparve invece una laconica finestra che le comunicava che l'estensione
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del file era sconosciuta. Giulia immaginò che l'autore avesse usato
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Pages, tipico dei Mac della Apple, il che avrebbe spiegato come mai il
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suo PC con Windows si rifiutasse di aprirlo. Eppure le sembrava di aver
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notato, l'ultima volta che aveva incontrato l'autore, che quello avesse
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un computer un po' strano, di certo non un Mac. In ogni caso era certo:
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l'apertura automatica del file non funzionava e Giulia non aveva il
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tempo di chiedere aiuto, anche perché in ufficio era lei quella più
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disinvolta con i computer. Senza aspettare né uno né due, inviò un
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messaggio all'autore:
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#+BEGIN_QUOTE
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Grazie mille! Ma per favore, inviami il file in un altro formato, non
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riesco ad aprirlo. Sono su PC, non ho Pages. Grazie
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#+END_QUOTE
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C'è da chiedersi se Giulia avesse davvero bisogno di comprare un altro
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programma per aprire quello strano file. E se fosse stato un virus?
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No, impossibile, l'antivirus l'avrebbe individuato... forse... \\
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C'erano una volta, tanto tempo fa, ancora prima dell'epoca /smart/,
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documenti (/file/) e cartelle (/folder/). Quando volevamo aprirne uno,
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dovevamo cercarlo nel disco del computer, in tutto il magazzino per così
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dire. C'erano due scuole: la /disordinata/ (detta /caotica/ dai
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meticolosi) e la /meticolosa/ (detta /ossessiva/ dai disordinati). La
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prima applicava la famosissima regola «sta tutto sulla scrivania», o
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/desktop/ che dir si voglia; a rischio ovviamente di non trovarla più;
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la seconda classificava tutto con dovizia di particolari, in maniera
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spesso tanto complessa che il rischio di non trovare nulla era
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altrettanto elevato.
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Poi, con l'avvento di smartphone e app, le cose cambiarono. Non c'era
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più bisogno di complicarsi la vita con quantità industriali di file
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audio, c'erano le /playlist/ online! Non c'era più bisogno di cercare
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per ore le nostre foto, avevamo album sul cloud che riunivano le
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immagini scattate con tutti i nostri dispositivi, le analizzavano e le
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classificavano rendendole ricercabili in base ai luoghi, alle date dello
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scatto e persino alle persone che vi comparivano, taggate
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automaticamente. I messaggi che ci scambiavamo sui social network, testi
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e immagini, se ne stavano ben protetti sui server dei social, e bene
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ordinati, mica sul nostro smartphone... sui server, cioè, esattamente
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dove? Ma a chi importava? Quel che contava era che fossero a portata di
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click!
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Tutto sembrava andare per il meglio, nel migliore dei mondi possibili:
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il mondo dei server che stavano sul cloud, lontano, e che si occupavano
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di ogni faccenda! Fino a che un giorno non entra nella nostra vita un
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file di formato sconosciuto, un file che la macchina previdente ci
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presentava come potenzialmente pericoloso. Attenzione, pericolo! File
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con estensione sconosciuta. Ed ecco che i poveri file e cartelle,
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ingiustamente dimenticati, cominciano a reclamare la nostra
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attenzione. Come aprirli? E come si faceva a sapere che non si trattava
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di un malware o di un virus? Semplice, direte voi: bastava avere un
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antivirus aggiornato. Sì, certo... ma non sempre funzionava.
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Alcune voci sostenevano addirittura che le società antivirus sarebbero
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state le prime a mettere i virus in circolazione per spingerci ad
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acquistare nuove versioni o aggiornamenti dei loro prodotti. Vero o
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falso che fosse, poco importava: avevamo questo file dall'estensione
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strana, il computer segnalava che era una potenziale minaccia, e
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l'antivirus non faceva una piega: a chi dovevamo credere?
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Alcuni, credendosi più furbi dei furbi, dicevano: gli utenti Apple non
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corrono alcun rischio, perché non esistono virus per Mac! Questa era
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bella grossa! Forse vent'anni prima poteva essere un discorso
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ragionevole, all'inizio dell'informatica di massa sul web. Ma negli
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ultimi tempi il numero di utenti dei prodotti Apple era aumentato
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notevolmente... di conseguenza, era aumentato anche l'interesse dei
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propagatori di tutti i tipi di malware utili a violare la sicurezza dei
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prodotti del gigante di Cupertino. La mela morsicata poteva essere
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attaccata da un sacco di vermi maligni! \\
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Per quanto strano e controintuitivo potesse sembrare, il file ricevuto
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da Giulia non era un virus, né un file scritto con Pages, né con qualche
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altro astruso programma proprietario. Aveva un'estensione strana,
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davanti alla quale i programmi utilizzati seguendo le impostazioni
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predefinite, il default, si bloccavano; ma conteneva semplice testo,
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nient'altro che testo. Almeno tre software già installati sul computer
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di Giulia sarebbero stati in grado di leggerlo, se fossero riusciti a
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riconoscerlo.
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Al contrario, molti file la cui estensione non poneva problemi e veniva
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riconosciuta automaticamente non erano necessariamente altrettanto
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innocui.
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* Capire
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:PROPERTIES:
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:CUSTOM_ID: capire
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:END:
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L'estensione di un file è costituita dalle due o tre lettere del suo
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nome dopo il punto. Queste lettere dicono al computer che tipo di file
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è, in modo che possa essere inviato al programma giusto, anche in
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maniera automatica. Così per esempio un file con estensione .docx oppure
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.xlsx sarà aperto automaticamente da Word o Excel (se avete la disgrazia
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di usare la suite di Micro$oft), oppure da LibreOffice Writer o
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LibreOffice Calc o altri software liberi in grado di leggere
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quell'estensione.
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Ma attenzione! Un'estensione può nasconderne un'altra! E, spesso, le
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configurazioni software predefinite con cui controlliamo le nostre
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e-mail con i loro allegati, ovvero i nostri sistemi operativi, non vanno
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tanto per il sottile. Proprio sfruttando questa disattenzione molti
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/worms/, cioè "vermi", riescono a diffondersi.
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Il famoso /I love you/ è un esempio lampante. Nei primi anni 2000, /I
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love you/ (Ti amo) riuscì a contaminare quasi il 10% delle macchine
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collegate a Internet, cioè centinaia di milioni. Fu ampiamente
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distribuito via e-mail, grazie a un allegato intitolato
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Love-Letter-for-you.txt.vbs. Il /txt/ suonava come un file di testo, ma
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in realtà era uno /script/ in Visual Basic (da cui il /vbs/), un
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linguaggio di programmazione; lo /script/ era studiato per contaminare i
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computer Micro$oft Windows.
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Fate sempre attenzione alle doppie estensioni, specialmente se la
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seconda è del tipo .exe, .com, .bat, .cmd, .inf, .js, .jse, .reg, .vb,
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.vbs o .vbe, sotto Windows, e .dmg, .sh, .js o .jse, sotto MacOS. Sarà
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un buon inizio. Tuttavia, tenete presente che alcuni file, che sembrano
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abbastanza normali, possono eseguire /script/ o /macro/. \\
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State all'erta, state all'erta! Ma bando alla paranoia.
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* I consigli della social media manager
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:PROPERTIES:
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:CUSTOM_ID: i-consigli-della-social-media-manager
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:END:
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- Evitare di aprire automaticamente i file che si ricevono come
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allegati. Scaricateli e rivedeteli rapidamente (estensione singola o
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doppia, tipo di estensione, ecc.) prima di aprirli.
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- Quando si tratta di un tipo di file che non conoscete, digitate la sua
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estensione in un motore di ricerca per scoprire di cosa si tratta.
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- Se trovate un file senza estensione o se avete dubbi sulla sua
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estensione, provate ad aprirlo in un semplice editor di testo (ad
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esempio Windows Notepad o Apple TextEdit, se non avete editor più
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professionali come VI o Emacs su GNU/Linux). Se il file in questione
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contiene testo non formattato sarete in grado di leggerlo senza danni, se contiene codice (ad
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esempio /script/, magari malevoli) lo vedrete anche voi.
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- Se avete bisogno di aprire un file con l'estensione corretta, ma non
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avete un programma dedicato per farlo, provate a cercare un software
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libero per aprirlo. Nella maggior parte dei casi troverete dei
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programmi in grado di farlo.
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|
* I consigli dell'hacker
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:PROPERTIES:
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:CUSTOM_ID: il-consiglio-dellhacker
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:END:
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Visualizza le estensioni e i file nascosti nel sistema operativo. Le
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impostazioni di default spesso disabilitano la visualizzazione di questi
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file.
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Molti formati moderni sono «pacchetti» di file di vario tipo, compressi in un unico file. Ad esempio i file .epub per i libri in formato digitale leggibili dagli e-reader. Per verificarlo, se non riuscite a estrarre direttamente il file, basta modificare l'estensione da .epub a .zip e poi estrarre il file: ci ritroveremo con diverse cartelle piene di file di vario formato. Lo stesso accade con i già citati formati .docx e .xlsx, ma anche con .odt e .ods: sono tutti formati legati al linguaggio di markup XML.
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